Proteine: carenze o eccessi

In condizioni normali e di buona salute la fase anabolica (nello specifico quella di sintesi proteica) è in equilibrio con quella catabolica (ovvero quella di distruzione proteica), a conferma che il nostro organismo vive di un equilibrio stabile fra entrate ed uscite.

In certe situazioni di carenza o eccessiva richiesta di substrati energetici, la fase del catabolismo può prendere il sopravvento sulla fase anabolica ed allora si assiste ad un vero consumo del muscolo, che si assottiglia diventando ipotrofico e meno efficiente (ipotonico). Dall’altro lato, in specifiche condizioni di allenamento muscolare e di presenza di substrati proteici, la fase anabolica potrebbe superare quella catabolica, determinando quindi un aumento della massa muscolare.

Esaminando entrambi i casi più da vicino, scopriamo che: se la razione proteica giornaliera scende al di sotto di certi livelli di sicurezza (<0,8 g/kg di peso corporeo al giorno), oppure quando durante uno sforzo fisico prolungato e intenso non sono disponibili i comuni carburanti (glucosio e acidi grassi), il muscolo è costretto a ricorrere alle proteine di struttura pur di far fronte alla contrazione.

Il dimagrimento muscolare può verificarsi anche quando vengono a ridursi gli stimoli per un buon trofismo o addirittura in condizioni di mancanza di esercizio (come l’uso ridotto o l’allettamento), o quando per patologie vengono a diminuire gli ormoni che attivano la sintesi proteica (deficit di ormone della crescita, testosterone, eccesso di cortisolo).

D’altra parte una maggiore richiesta di proteine è necessaria nella fase di recupero della gara, quando occorre riparare quei tessuti che sono stati lesionati dallo sforzo e riportare la massa muscolare a livelli di allenamento. Il tempo di recupero è infatti una fase anabolica per il muscolo.

Pertanto l’apporto proteico in un soggetto adulto sano che svolge attività fisica normale si aggira intorno a 0,8-1,0 g/kg di peso corporeo al giorno. E’ evidente che nella costruzione della massa muscolare l’apporto deve essere superiore, arrivando fino a 1,5 – 1,7 g/kg di peso corporeo al giorno. Comunque non si devono superare i 2 g/kg al giorno, anche in casi eccezionali. Numerosi studi scientifici hanno ormai permesso di accertare che l’apporto proteico non deve essere esageratamente elevato come si riteneva un tempo perché ciò, oltre ad essere pericoloso, è da ritenersi inefficace.

Esiste quindi questa soglia-limite oltre la quale le proteine ingerite non vengono impiegate per aumentare la sintesi proteica: esse vengono utilizzate per produrre energia nell’immediato (se l’apporto calorico giornaliero è inferiore al fabbisogno energetico) oppure possono essere convertite in tessuto adiposo (nel caso in cui l’apporto calorico giornaliero fosse superiore al fabbisogno energetico). La degradazione proteica comporta anche la necessità di smaltire (con l’aiuto del fegato e dei reni) la componente azotata che deriva dalla combustione degli aminoacidi. In qualche condizione estrema la presenza di scorie non velocemente allontanate può provocare alterazioni cerebrali che mettono a repentaglio la salute oltre che il risultato della gara nel soggetto sportivo.

Quanto al tipo di proteine necessarie per la sintesi proteica, ovviamente si deve trattare di proteine di valore biologico medio-elevato, in modo da apportare tutti gli aminoacidi essenziali. Fra questi spiccano sicuramente valina, isoleucina e soprattutto leucina, che per le loro caratteristiche metaboliche hanno un tropismo specifico per il muscolo scheletrico e quindi servono a far massa. Queste considerazioni hanno portato all’introduzione in commercio di alcuni integratori arricchiti di questi aminoacidi (a catena ramificata o BCAA). Il loro uso trova tuttavia dei limiti nel fatto che già una corretta alimentazione ne può apportare a sufficienza e quindi l’utilizzo va limitato ai casi di individui con alimentazione squilibrata o in particolari situazioni.

A cura di: 

Dott.ssa Dietista Michela Castellani

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